Non camminerai mai solo. Ti accompagnerà Demba Ba

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A Istanbul il Liverpool rimonta il Milan dallo 0-3 e il soldato G alza la Champions League (che poi è il motivo di questo post)

 

Avete presente gli ufficiali tipo quelli del British Army di Sua Maestà impegnati nella battaglia di El Alamein? Lo so che non c’eravate a El Alamein, ma cinema e letteratura ne hanno disegnati a bizzeffe e sempre con le stesse fattezze, fisiche e comportamentali: magrolini, biondi, mai appariscenti e mai banali, spesso smaliziati. Ecco, a me Steven Gerrard ricorda uno di loro.

Con quello sguardo, quel taglio di capelli, quella postura: il soldato G. Mi è tornato in mente leggendo del suo addio al Liverpool e scorrendo la timeline di Twitter zeppa di foto, curiosità, numeri. Ma soprattutto di melassa e tristezza. Perché i toni e le espressioni utilizzate sull’orbita social sembrano quelli per un commiato dalla vita terrena più che per un congedo da una squadra di calcio. Come un ufficiale che muore in battaglia, appunto. Con la gloriosa Kop al posto delle dune di sabbie africane e Brendan Rodgers nei panni del generale Montgomery. Insomma, questo facsimile di soldato inglese che è stato per anni la più efficace rappresentazione del “centrocampista moderno” – o “box to box” come dicono dalle sue parti – se ne va da Anfield Road bello tondo tondo di affetti e accrediti per la gloria. Meritati? Certo, ma le cose Infamedipalla le dice tutte.

L’ultima volta che a Liverpool si sono raggiunte tali cime di sentimentalismo (certo, a tratti un po’ patetico) no, non è stato per l’arrivo di Mario Balotelli, ma per lo scioglimento dei Beatles, un discreto gruppo musicale degli anni Settanta. Ci sta, per carità, che tanto tintinnar di cuori accompagni l’uscita di scena di una qualche bandiera (brrrr…). Ci sta che si ricorra ai più impolverati scaffali del vocabolario per mettere mano a categorie tipo “leggenda”, “monumento”, “icona” e bla, bla, bla. Ci sta persino che non si faccia troppo caso al fatto che il capitano dei Reds non smetta con il calcio dopo settecento partite giocate sempre dalla stessa parte, ma smetta solo di stare da quella parte, trovando l’America con il sole della California (giocherà nei Los Angeles Galaxy) e qualche valigia di dollari che non guasta mai.

Quello che non mi spiego è come sia possibile che le nebbie del cuore portino a dimenticare completamente quello che è successo alla fine della scorsa Premier League ad Anfield. Dunque, il Liverpool non vince il campionato inglese dal 1990, venticinque anni. Un’era fa, quando in Italia giocava Totò Schillaci, il presidente del Consiglio era Giulio Andreotti, si usava il floppy disk, al cinema c’erano “Balla coi lupi” e “Pretty Woman”, esistevano ancora i Cccp e Lucio Dalla cantava “Attenti al Lupo”. Ad aprile scorso, alla terzultima giornata, dopo undici vittorie consecutive e dopo aver messo le mani sul primo posto, i Reds ospitano il Chelsea. Gerrard, poco prima della fine del primo tempo, si fa dare l’ennesimo pallone per impostare dalle retrovie. Il destino gli mette lo sgambetto, lui – proprio lui, Captain Fantastic – scivola goffamente e regala la sfera e un’autostrada per la porta a Demba Ba, che non sbaglia. Su Youtube lo trovate qui e vi assicuro che rende meglio di questa descrizione. La partita, dunque, la vince la squadra di Mourinho e il titolo il Manchester City. Non è il turno del Liverpool, nemmeno stavolta, e la colpa è del suo capitano, questa imitazione di un ufficiale dell’esercito inglese che in carriera ha vinto abbastanza, ma mai il campionato. E non potrà certo dare la colpa a nessuno.

Una cosa così vi pare poco? E vi pare normale che nessuno se ne ricordi più? Infamedipalla è per la verità, per il racconto oggettivo e imparziale. Ci sembrava doveroso sottolinearlo nel momento della celebrazione totale e cieca del numero otto in maglia rossa.

Caro Gerrard, come dicono i tuoi tifosi smemorati, non camminerai mai solo. E con te, duplicato di un soldato inglese degli anni Quaranta, ci saremo anche noi a ricordarti di Demba Ba. Promesso.

D.S.

 

PHOTO CREDITS: http://comunquemilan.it/album-di-famiglia/3-1-3-2-3-3-noi-il-liverpool-il-bene-e-il-maalox/

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