Del senno di poi, ma anche di idee intelligenti, sono piene le fosse. Un paio di anni fa la Wta (Women’s Tennis Association) fece sapere di voler vietare i gemiti delle tenniste, cioè quegli urletti insulsi con cui Sharapova, Azarenka e molte altre accompagnano i colpi e incendiano pericolosamente l’immaginario maschile. Un po’ di tempo prima era toccato a quel misogino di Boris Becker criticare il grunting e chiedere una pronta offensiva al fenomeno. Spuntarono gemitometri, ipotesi di sanzioni, campagne di educazione nelle accademie del tennis.